
La Commissione europea ha dato il via libera alla terza rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il piano di investimenti e riforme che l’Italia ha presentato per accedere ai fondi del Recovery fund. Si tratta di una tranche di 18,5 miliardi di euro, che dovrebbe arrivare nelle casse dello Stato entro la fine del 2023. Ma cosa prevede questa rata e quali sono i traguardi da raggiungere?
Le risorse e le macro-aree
La terza rata del Pnrr è pari al 9,2% del totale delle risorse assegnate all’Italia, che ammontano a 191,5 miliardi di euro tra sovvenzioni e prestiti. Di questi, 68,9 miliardi sono già stati erogati sotto forma di anticipazione (13%) e di prime due rate (9% e 18%). La terza rata era inizialmente prevista per 19 miliardi, ma è stata ridotta di 519 milioni a causa di una modifica dell’obiettivo intermedio relativo agli alloggi per studenti universitari, che è stato spostato dalla terza alla quarta rata.
Le risorse della terza rata si dividono in diverse macro-aree, che corrispondono ai sei pilastri del Pnrr: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione sociale e territoriale; salute. A queste si aggiunge una quota per le spese amministrative.
Gli obiettivi e le tempistiche
Per ricevere la terza rata, l’Italia deve dimostrare di aver raggiunto 55 obiettivi intermedi entro il 31 dicembre 2022. Si tratta di traguardi che riguardano sia la realizzazione di progetti e interventi sia l’adozione di riforme legislative. Alcuni esempi sono:
- il potenziamento della banda ultralarga e della rete 5G;
- il rafforzamento della cybersecurity e della protezione dei dati personali;
- il sostegno alle imprese innovative e alla digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni;
- la promozione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica;
- la riduzione delle emissioni di gas serra e la tutela della biodiversità;
- il miglioramento della rete ferroviaria e dei trasporti pubblici locali;
- l’ampliamento dell’offerta formativa e il potenziamento delle competenze digitali;
- il contrasto alla povertà e alla disuguaglianza sociale;
- il rafforzamento del sistema sanitario nazionale e della prevenzione.
Per verificare il raggiungimento di questi obiettivi, la Commissione europea effettua una valutazione tecnica basata sui dati forniti dal governo italiano. Se la valutazione è positiva, la Commissione propone al Consiglio europeo di approvare il pagamento della rata. Il Consiglio ha poi due mesi di tempo per esprimersi. Se non ci sono obiezioni, la Commissione procede con il trasferimento delle risorse.